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Cos’è il whistleblowing?

In breve

Recentemente, la parola "Whistleblowing" è diventata sempre più diffusa. Nonostante la sua complessità fonetica e la sua natura insolita, è un termine che sta acquisendo importanza, soprattutto per le organizzazioni che devono adeguarsi a nuove normative. Ma cosa significa realmente? Esploriamolo insieme.

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Uno Strumento di Tutela per il Benessere dell'Organizzazione

Il termine “whistleblowing” ha origini anglosassoni e significa letteralmente “soffiare nel fischietto”. Il termine è spesso tradotto in italiano con “segno di allarme” o “denuncia interna” ed è legato alla figura del whistleblower, cioè colui che segnala irregolarità all’interno di un’organizzazione. Questa pratica si è sviluppata con l’obiettivo di proteggere l’integrità di un’azienda, o un ente pubblico, segnalando comportamenti illegali, non etici o non conformi alla normativa.

Cos'è il Whistleblowing?

Il whistleblowing può essere definito come un atto di cittadinanza, un gesto di responsabilità sociale. Il whistleblower, ovvero colui che “soffia nel fischietto”, segnala all’interno dell’organizzazione o a organi esterni (come la stampa, o le autorità) comportamenti non conformi o illegali di cui è venuto a conoscenza durante l’esercizio delle proprie funzioni.

Il whistleblowing ha il potenziale di contribuire alla creazione di un ambiente di lavoro trasparente e sicuro, proteggendo i diritti degli individui e l’integrità delle organizzazioni.

Esempi di Whistleblowing

Un esempio classico di whistleblowing si è verificato nel caso di Edward Snowden, un ex tecnico della CIA e consulente della NSA, che nel 2013 ha reso pubbliche migliaia di documenti classificati che rivelavano dettagli sui programmi di sorveglianza di massa da parte del governo degli Stati Uniti.

Un altro caso di rilievo è quello di Sherron Watkins, vicepresidente di Enron, che nel 2001 ha segnalato ai vertici dell’azienda le pratiche contabili fraudolente che stavano portando la società verso il fallimento. Purtroppo, la sua segnalazione non è stata presa in considerazione, e Enron è fallita poco dopo, ma la Watkins è stata riconosciuta come una figura centrale nella lotta contro la corruzione aziendale.

Il Futuro del Whistleblowing in Italia

A partire da Luglio 2023, in Italia, le aziende con più di 250 dipendenti avranno l’obbligo di implementare un servizio di segnalazione anonimizzante per eventuali comportamenti non conformi. Da Dicembre dello stesso anno, l’obbligo sarà esteso anche alle aziende con più di 50 dipendenti.

Questa nuova disposizione rappresenta un passo importante verso la promozione di un ambiente di lavoro più etico e trasparente. Il servizio di segnalazione anonimizzante rappresenta un canale sicuro attraverso il quale i dipendenti possono segnalare comportamenti non conformi senza temere ritorsioni.

Le organizzazioni saranno tenute a garantire l’anonimato del whistleblower durante l’intero processo, dal momento della segnalazione fino alla conclusione dell’eventuale indagine. Inoltre, l’azienda sarà tenuta a proteggere il whistleblower da qualsiasi forma di discriminazione o ritorsione legata alla segnalazione.

Cosa deve fare un’azienda per mettersi in regola?

Per adeguarsi alle disposizioni riguardanti il whistleblowing, un’azienda deve implementare un sistema di segnalazione che protegge l’anonimato dei segnalanti e fornisce protezione contro eventuali ritorsioni. Ecco una serie di passaggi chiave per farlo:

1. Creare un canale di segnalazione anonimo: L’azienda deve mettere a disposizione un sistema che permetta ai dipendenti di segnalare in modo anonimo e sicuro eventuali comportamenti non conformi. Questo può includere, ad esempio, un numero di telefono dedicato, una casella di posta elettronica o un modulo online.

2. Stabilire un processo di indagine: Ogni segnalazione deve essere seguita da un’indagine approfondita. L’azienda deve avere un processo chiaramente definito per gestire queste indagini.

3. Implementare una politica di non ritorsione: L’azienda deve garantire che i segnalanti non siano soggetti a ritorsioni per aver fatto una segnalazione. Questo dovrebbe includere una politica scritta che proibisce ritorsioni di qualsiasi tipo.

4. Fornire formazione: I dipendenti devono essere informati su cosa costituisce un comportamento non conforme, come possono segnalarlo e cosa succederà una volta effettuata la segnalazione. La formazione dovrebbe anche rassicurare i dipendenti che le loro segnalazioni saranno prese sul serio e che non subiranno ritorsioni.

5. Revisione e aggiornamento regolare: Le politiche e i processi di whistleblowing devono essere rivisti regolarmente per garantire che siano efficaci e che siano rispettate le leggi e i regolamenti correnti.

Implementare un sistema di whistleblowing può richiedere un impegno significativo da parte dell’azienda, ma può anche fornire benefici significativi in termini di prevenzione e identificazione precoce di comportamenti non conformi. Ricordati che le leggi e i regolamenti possono variare, quindi è sempre una buona idea consultare un avvocato o un consulente legale per assicurarsi di essere in piena conformità con le normative vigenti.

"Il Regime Sanzionatorio nel Whistleblowing: Responsabilità e Consequenze"

In aggiunta alle possibili implicazioni legali per il soggetto denunciato, la normativa italiana prevede un sistema di sanzioni specifico per coloro che violano le disposizioni del Decreto riguardanti il whistleblowing.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è l’ente responsabile dell’attuazione di queste sanzioni. In particolare, può imporre penalità amministrative pecuniarie nel caso in cui:

  • Vengano riscontrate azioni di ritorsione nei confronti del segnalante, se è stato impedito o ostacolato il processo di segnalazione, o se è stato violato l’obbligo di riservatezza;
  • L’azienda non abbia istituito canali adeguati per le segnalazioni, non abbia implementato procedure adeguate per gestire tali segnalazioni, o le procedure adottate non rispettino quanto stabilito dal decreto.

La normativa prevede inoltre un regime specifico di responsabilità per il segnalante. Nel caso in cui vengano formulate segnalazioni diffamatorie o calunniose con dolo o colpa grave, il segnalante potrebbe essere ritenuto responsabile e soggetto a sanzioni.

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